Natura morta

Natura morta

1994
olio su tela cm 50x20

La vita porta le persone ad infilarsi nei bricchi che rotolano uno sull'altro e talvolta travolgono qualcuno. Ognuno prenda il suo bricco, lo tenga stretto e vada con la corrente. Auguri!
 
La fiera di Pontedera

La fiera di Pontedera

1998
olio su tela cm 60x50

Quella di Pontedera è sempre stata una fiera locale importante. Essa attira molta gente che vuol cimentarsi anche in prove di forza. Non ci sono allegorie in questo quadro, cosa abbastanza rara in Dal Canto. L'artista ha voluto solo cogliere e fissare sulla tela un momento della fiera.
 
L'ora fatale

L'ora fatale

1993
olio su tela cm 35x50

Lo spazio occupato può essere più grande o più piccolo, ma in questo luogo tutti fanno la stessa cosa: la funzione corporale, dunque, lo rende luogo dell'uguaglianza. Sono minime anche le differenze tra il Potere, che legge il libro, e l'uomo qualunque, che legge il giornale. Il luogo è veramente brutto e lo sguardo dall'alto, in prospettiva forzata, lo rende ancora più tetro.
 
Armadio

Armadio

2008
olio su tela cm 70x50

Utilizzato e poi appeso nell'armadio come un abito dismesso. È l'epilogo della vita. Tutti siamo stati usati e poi dismessi. Chi prima chi dopo, ci ritroviamo dunque tutti nell'armadio che ha per sfondo il paesaggio della vita. Con noi rimangono i nostri cari, nella presenza del gatto che guarda, ed i nostri nemici che hanno l'aspetto degli avvoltoi in alto a sinistra.
 
Simulazione

Simulazione

1994
olio su tela cm 50x35

Il Potere vigila dall’alto della poltrona di potere il passaggio di qualsiasi cosa. Chi non ha potere si abbassa al ruolo di animale, rappresentato da un gatto, che precede il passaggio della persona che simula, rendendosi simile alla bestia, il movimento dell'animale.
 
Sfuggire

Sfuggire

1994
olio su tela cm 50x35

Lo specchio riflette il rappresentante del Potere che entra dalla porta e si trova davanti la scena di chi dorme (o, meglio, si assopisce nella sua funzione) o di chi vuole sfuggire di fronte alla realtà. È la scena costante della vita: chi non ha potere ignora o sfugge le proprie responsabilità di fronte al Potere, che incute timore e paura.
 
La morsa

La morsa

1994
olio su tela cm 50x35

Il Potere inventa modi di vivere piacevoli e costosi, vacanze in luoghi incantevoli dove immergersi e navigare felici. Tutto questo non è raggiungibile da chi, non avendo potere, rimane appeso all'immagine del quadretto raffigurante quei luoghi di sogno.
 
L'ora è suonata

L'ora è suonata

1994
olio su tela cm 50x35

È suonata l'ora per chi, dopo essersi dato da fare per tutta la vita, non ha raggiunto il Potere, ma è rimasto a un ruolo intermedio. Il tempo disponibile è ormai scaduto. Il volto dispiaciuto, i vestiti grinzosi, la posizione dimessa indicano l’impotenza di chi ha voluto ma non è riuscito a indossare il vestito scuro e la bombetta del Potere.
 
Il potere allo specchio

Il potere allo
specchio

1993
olio su tela cm 50x35

Il Potere non si guarda mai in faccia. Se lo facesse rabbrividirebbe dall'orrore. Della sua immagine lo specchio riflette sempre le spalle. Il pesce sulla sedia sta a significare che le poltrone del potere puzzano. Il resto non è che scenografia.
 
Potere spezzato

Potere spezzato

1995
olio su tela cm 50x35

Il Potere all'improvviso si incrina e si spezza, come lo specchio che ne riflette l'immagine. Sembra tutto finito, ma rimangono intatti e ben saldi, al servizio del Potere che verrà, i suoi simboli: il manuale, il telefono, le persone fantoccio nel cassetto, le ballerine.
 
I padroni del tempo

I padroni del tempo

2007
olio su tela cm 50x40

Il Potere comanda il tempo spostando a suo piacere le lancette. In tal modo gestisce il tempo della nostra esistenza. Il Potere stravolge il tuo tempo. La gente comune, nonostante abbia raggiunto, grazie alla cultura e ad altri mezzi, la finestra più alta al fine di affacciarsi alla vita, guarda tristemente il mondo nell'impossibilità di agire e partecipare.
 
La chiave

La chiave

2007
olio su tela cm 50x40

Il Potere, per prendere la chiave che apre la serratura del paradiso e del comando delle masse, calpesta senza ritegno l'umile persona giacente nella quale le masse si identificano.
 
Coreografia del potere

Coreografia del
potere

2005
olio su tela cm 40x30

Il popolo porta sulle spalle il Potere, che dà il ritmo suonandolo come un tamburo.
 
L'albero del potere

L'albero del potere

1997
olio su tela cm 40x30

L'albero del Potere viene annaffiato amorosamente dall’inserviente e gli uccelli possono svolazzare fra i suoi rami. Dal vaso posto alla sua base nascono le persone che lo gestiscono. Non è un vaso comune, ma propriamente un pitale, evidentemente allusivo. La Torre di Pisa, sullo sfondo, rimane per l'autore un simbolo della sua terra, ma non ha attinenza con il contesto, come nel quadro La cattedrale.
 
Genesi del potere

Genesi del potere

1998
olio su tela cm 50x35

L'uovo si schiude e magicamente il pulcino del Potere vola e va a collocarsi, come un avvoltoio, sul ramo degli alberi senza foglie, che si ergono in un ambiente brullo, lunare, sterile. È come se il Potere facesse terra bruciata laddove si insedia ed esercita il proprio dominio.
 
 
 
OPERE » UNA STORIA (CONTRO) » GALLERIA 4

Quindici anni fa nasceva la Fondazione Piaggio in un progetto pensato per valorizzare e ricostruire la memoria storica dell'azienda, accanto alla scelta di costruire un ente di promozione culturale, pariteticamente partecipato da un'azienda metalmeccanica e dagli enti locali più rappresentativi, quali sono il Comune di Pontedera e la Provincia di Pisa. Era una sfida importante: un'azienda che produce veicoli di mobilità leggera si interfaccia con alcuni dei propri stakeholder per intercettare le aspettative di una società economica e civile nata e cresciuta attorno alle mura della fabbrica. E' una sfida di fronte alla quale sono cresciute intense attività, sempre state coerenti con l'obiettivo di approfondire il rapporto impresa e cultura, impresa e territorio. La strategia è stata quella di porre la Fondazione quale punto di riferimento nel dibattito locale e nazionale su alcune tematiche attuali, come l'innovazione tecnologica, il design, l'economia, le relazioni internazionali, l'etica d'impresa, la formazione , il ruolo e la funzione degli archivi d'impresa.
L'impegno è stato costante anche nella promozione di mostre d'arte, quasi sempre promosse di concerto con il Comune di Pontedera e la Provincia di Pisa. Arturo Carmassi, Pietro Cascella, Cordelia Von de Steinen, Enrico Bay, Vangi, Yasuda, De Chirico, Mino Trafeli, Nado Canuti, Andrea Gabbriellini e molti altri autorevolissimi artisti italiani e stranieri hanno esposto nelle sale del Museo, intervallate con eventi culturali organizzati attorno a temi precisi e suggestivi, come la rassegna "Arte e lavoro" organizzata per celebrare il sessantesimo anniversario della nascita di Vespa o come la mostra sul "Caravaggismo in Toscana". E' proprio nel quindicesimo anno dall'inizio della sua attività, che la Fondazione Piaggio accoglie la proposta di Giuseppe Diomelli e sceglie di ospitare la mostra d'arte Una storia (contro) nelle sale del Museo Piaggio, negli antichi locali dell' ex attrezzeria dell'azienda, dove i segni del lavoro dell'uomo resistono al passare degli anni e della storia. Giorgio Dal Canto, è noto artista pontederese, riconosciuto dalla critica per il suo grande talento e conosciuto dai più per le sue vignette satiriche sui periodici e gli almanacchi locali. Dal Canto, con ironia straordinaria, si fa sensibile interprete della società contemporanea, con tutte le sue complessità e dove i valori profondi della vita paiono essersi dispersi. Le sue rappresentazioni sono messaggi che ci portano obbligatoriamente a riflettere sulle contraddizioni della vita e della natura umana in un mondo dominato dalla bramosia di potere, un potere spesso corrotto, ma da perseguire a tutti i costi anche se questo significa vestirsi con la maschera della malignità e ottenere il male in maniera opposta a quelle che dovrebbero essere le naturali vocazioni dell'uomo: coscienza e senso dell'umanità.
I temi affrontati da un artista poliedrico, vero e sincero, sono tutti temi di grande attualità e Dal Canto li propone sempre con un'ironia che fa velo a profonda preoccupazione e malinconia. L'autore rende anche omaggio alla Vespa, nella tela "La gente allunga il collo", dove viene ricreata un'atmosfera problematizzata per le vicende della Piaggio in una situazione economica che negli anni passati è spesso stata difficile: la gente allunga il collo, che è come dire "tirare la cinghia". Ma non spetta a me parlare dell'artista dal punto di vista dei contenuti della sua straordinaria e suggestiva poetica: sta a me puntualizzare come la Fondazione Piaggio si sia incrociata con un uomo d'impresa, Giuseppe Diomelli, e con un artista locale nell'unico obiettivo di perseguire le linee guida della Fondazione stessa, vale a dire dare maggiore sostanza alla funzione di promozione culturale del territorio.
Con Dal Canto proseguono le iniziative dell'anno di celebrazioni dell'anniversario della nostra Fondazione; il primo evento è stato la mostra organizzata dalla Fondazione stessa "Vespa nell'arte" e la giornata di conclusione al corso di formazione sulla moda e sul design. Si è trattato di un momento di sintesi per un percorso durato tre mesi, che ha coinvolto settecentocinque studenti delle scuole provenienti da diverse regioni italiane in un corso di formazione sul design. E' stata l'iniziativa in cui Archivio storico Piaggio e Museo sono divenuti affollatissimi laboratori aperti di studio e di applicazione e dove il personale della Fondazione ha dato prova di grande professionalità. Oggi, con Dal Canto, una nuova pagina viene scritta nel grande libro delle attività della Fondazione, ma resta il segno della continuità.

Tommaso Fanfani


Nella serie di immagini esposte al Museo Piaggio "Giovanni Alberto Agnelli", Giorgio Dal Canto, conosciuto al vasto pubblico con lo pseudonimo Babb, non rappresenta persone umane differenziate. Come nell'arte sacra non si raffiguravano individui, ciascuno con il proprio problema, ma attraverso le figure umane e i loro simboli (aureola, strumenti di martirio), si esponevano idee, così qui si sostiene una tesi sociale e si colpisce l'intera umanità evidenziandone l'estremo appiattimento intellettuale ed i nuovi simboli, uno fra tutti il cellulare.
La denuncia, condotta da Babb in modo ludico, ma acutamente satirica, ha identifi cato nel tema della menzogna il motivo su cui incentrare la sua polemica. E dobbiamo dire che è stato davvero magistrale Dal Canto ad assurgere nella sua pittura il lungo e sottile naso di Pinocchio a simbolo universale dell'inganno, condizione in cui versano gli uomini "semplici" che si sono lasciati ingannare dal flusso continuo di informazioni fornite da televisioni, giornali, siti web, pubblicità. Come evidenziò, alla fi ne degli anni Cinquanta, lo scrittore americano Vance Packard, nel volume I persuasori occulti, molti canali di informazione sono strumenti di propaganda al servizio di industrie e lobbies economiche/politiche che attraverso un'alleanza tra pubblicità ed analisi, minacciano subdolamente la libertà d'opinione. L'uomo burattino dunque, l'uomo meccanicizzato, l'uomo senza anima che atrocemente viene triturato al pari di un qualsiasi rifi uto organico e che fluttua lieve nell'aria perché tanto il peso della coscienza (dieci grammi) che lo terrebbe ancorato sulla terra, non c'è. Dal Canto non è Otto Dix che illustra la decadenza della società borghese con realismo deformante o George Grosz ancor più ferocemente aggressivo; egli segue invece un'inclinazione al racconto fiabesco, ove la vita è raccontata in modo fantastico; ma da questo modo di narrare nasce la satira, la denuncia. Così Babb diviene una sorta di analista poetico dei movimenti degli uomini che non hanno dubbi, mentre secondo l'aforisma di Norberto Bobbio, il compito di ogni uomo di cultura è quello di seminare dei dubbi non già di raccogliere certezze.
Con la speranza che l'opera di Babb, questo ironico, critico surrealista naïf, possa contribuire a scuotere e alleviare le nostre coscienze.

Paolo Marconcini
Sindaco del Comune di Pontedera
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