La baronia

La baronia

2008
olio su tela cm 60x50

Il primario (con signora) è giunto in ospedale e parla col medico ruffiano compiaciuto. Un medico accompagna un paziente assieme a un'infermiera che porta una borsa di acqua calda. Un altro paziente va verso un'infermiera che prepara le medicine ed ha volutamente i bottoni del camice non agganciati. Si intravedono le mutande. Sullo sfondo, un'infermiera appoggia la testa sulla spalla di un medico impegnato a leggere un giornale arrapante, e lo insidia.
 
Quando un paese ha nuove ambizioni come... le banane

Quando un paese ha nuove ambizioni
come... le banane

2002
olio su tela cm 80x60

 
Le tre grazie

Le tre grazie

2005
olio su tela cm 100x80

Una splendida visione in chiave satirica delle botticelliane tre donne che fanno volare colombe e inneggiano alla vacanza indossando il costume da bagno. L'artista aveva realizzato questo quadro, a suo dire molto colorato, per collocarlo alla testata del letto nella sua casa al mare. Il tema è l'eterna ossessione maschile per la donna, qui grottescamente stravolta per mezzo d'una muscolatura tipicamente maschile, peraltro di sgradevole fattezza.
 
Il sonatore

Il sonatore

2003
olio su tela cm 80x60

La comunicazione
è fondamentale per il Potere. Sostenuta dalle "veline" della TV, l'icona del grande pifferaio magico ammalia i giornalisti, che si affollano e si affannano per non perdere nemmeno una nota del suo messaggio musicale. I media sono al servizio del Potere. I giornalisti a libro paga, contrassegnati ognuno da un numero che gli spunta dalle tasche o dai vestiti, stanno a sedere scoperto, hanno la coda puntualmente all'insù e scodinzolano come cani eccitati. Solo una pecora si attarda ad annusare le loro emanazioni posteriori.
 
Cultura

Cultura

1994
olio su tela cm 70x50

La radio, in quanto mezzo di comunicazione controllato dal Potere, contribuisce all'assopimento generale. Qualcuno si arrabatta e dà la scalata alla cultura, rappresentata dai libri che compongono la silouette del tronco con bombetta del Potere.
 
La fabbrica del potere

La fabbrica del
potere

2002
olio su tela cm 80x60

Il Potere indossa giacca e cravatta, porta l'ombrello e soprattutto la bombetta. Sta nel centro della città, o meglio: occupa la piazza centrale della città, quella che nella democratica Atene si chiamava agorà, ed era il luogo dove si riuniva il popolo per discutere e votare. Il Potere fabbrica un gran numero di esseri umani vestiti in modo diverso da lui. È una folla che nasce dal suo interno e compone il suo volto, rappresentando l'essenza e la condizione del suo essere, in quanto il Potere non potrebbe esistere se non ci fosse chi è destinato a subirlo.
 
Affollamento

Affollamento

2002
olio su tela cm 70x50

Viviamo compressi nelle città, dove tutto va a rovescio, come rovesciate sono le case. Le persone non possono muoversi. Molti dormono, altri riposano dopo aver trovato una qualche sistemazione. Non è certo la situazione ideale perché gli uomini siano indotti ad agire. Difatti si nota che non c'è quasi nessuno in piedi. Si potrebbe azzardare una somiglianza con i bachi da pesca in fondo al sacchetto di stoffa.
 
Illusione

Illusione

2008
olio su tela cm 50x40

Sorretto dalle persone comuni che tengono la scala e reggono il barattolo di vernice, il Potere dipinge il sole di rosso, quasi fosse una succulenta arancia, e mostra una realtà artificiale in quanto il cartellone raffigura solamente un'aspettativa dipinta ad hoc.
 
Marina vostra

Marina vostra

1994
olio su tela cm 35x50

L'aperitivo destinato alla signora aristocratica, alla quale fa compagnia un rappresentante del Potere, è costituito da una piccola persona senza potere. Si direbbe che i ricchi si bevono e si mangiano i poveri. Ma occorre stare attenti alla contraddizione: la tovaglia che copre il tavolo risulta trasparente;
l'apparecchiatura presenta dunque un enigma, lo stesso del labirinto ne La cattedrale e nei Palliativi della vita.
 
Paesaggio con luna

Paesaggio con luna

1994
olio su tela cm 40x50

Bella, la luna! Quale orizzonte di speranze, la luna sulla quale proiettiamo tutti i nostri desideri: potere, belle donne, abbondanza, esoticità, mistero. La realtà è ben diversa per la gente comune, che sogna quel che non ha. La barca dei due ragazzi è di carta, il mezzo di locomozione è il più modesto. Il loro abbigliamento denota una ristrettezza economica, basta notare le scarpe ed i calzini di lei. La ragazza tiene fra le braccia un pesce. È la piccola illusione della coppia: almeno un pesce!
 
Palestrati

Palestrati

1994
olio su tela cm 70x50

Tutti oggi desiderano andare in palestra e tutti si sentono atleti. La goff aggine delle persone impegnate negli esercizi è comunque apprezzata dal Potere, che si compiace quando la gente impiega con soddisfazione il proprio tempo nelle attività fi siche anziché a sfogare la propria rabbia in altro modo.
 
La televisione

La televisione

1995
olio su tela cm 40x30

La televisione ha preso tutti. Non c'è chi non ne possegga almeno una. È un Potere, questo, che si accartoccia su se stesso. Si notino i volti molto scarni di chi impersona il benessere, che rende brullo e pericoloso, come attesta il cappio legato al ramo dell'albero, tutto quel che sta intorno. L'ambiente è decisamente tetro ed ostile a una vita normale.
 
Il bue nell'arena

Il bue nell'arena

2006
olio su tela cm 50x40

Siamo alle elezioni.
Il popolo-bue è sottoposto al bombardamento dei vari partiti politici, la cui pubblicità è affissa all'interno della staccionata dell'arena. I rappresentanti dei partiti – figure losche, brutti ceffi dai denti digrignati e gli occhi da squalo – si contendono il microfono, quello a destra abbrancandolo, l'altro a sinistra tirandone il filo. Entrambi hanno mani poderose, adatte alla presa e alla rapina. Il bue che rumina il poco fieno toccatogli, gira la testa con aria interrogativa e rassegnata, facendo intendere di non aver capito nulla del bla-bla dei politici.
 
Caccia alla volpe

Caccia alla volpe

2007
olio su tela cm 40x50

La caccia alla volpe è roba da signori. Non è adatta al popolo ignorante. Comunque il popolo si abbassa ai piùinfi mi livelli per servire i potenti. È disposto persino ad assomigliare alla volpe, pur di compiacerli e divertirli sui loro cavalli di legno.
 
Gli orsacchiotti

Gli orsacchiotti

1998
olio su tela cm 50x35

La fiera di Pontedera rappresenta per le signore un'occasione per sfoggiare la propria persona curata nei minimi particolari ed evidenziata con un adeguato abbigliamento. Dal Canto vede il sesso femminile in modo non attrattivo, quindi dipinge una figura di donna non priva di muscoli e vari altri difetti. Queste due signore, vestite alla moda ma decisamente ridicole poiché una è troppo grassa e l'altra troppo magra, portano a spasso i figli, qui rappresentati come pupazzi di stoffa in quanto, a detta di Dal Canto, le donne di oggi portano in giro i bambini non perché gli fa bene, ma per mostrarli al prossimo che si incontra per strada.
 
Allegoria del pallone

Allegoria del pallone

2007
olio su tela cm 50x35

Il gioco del pallone viene offerto al popolo entusiasta su un piatto di argento. La comunicazione viene dal cielo come un enorme palio che sprofonda nella gente comune. La figura che rappresenta il potere è immersa nei tifosi; è davanti a tutto e primeggia anche davanti alla vita di tutti i giorni rappresentata dalle abitazioni di una grande città sullo sfondo.
 
La nostra terra

La nostra terra

2007
olio su tela cm 40x30

Il mondo è l'equivalente d'un cumulo di escrementi che, insidiati da mosche, debbono essere smaltiti nel water.
 
Epoca dell’Euro

Epoca dell’Euro

2005
olio su tela cm 40x30

L'avvento dell'Euro rappresenta un fatto importante da celebrare con l'emissione di un francobollo. Gli effetti positivi dell'Euro però non si sono visti, quindi si raffigura il Potere che offre al popolo, a mo' di contentino, un gelato.
 
Al cospetto del potere

Al cospetto del
potere

1994
olio su tela cm 20x45

In coda per il rispettoso saluto – quasi una venerazione – ai simulacri del potere, al cui cospetto si giunge dopo una lunga estenuante fila, controllata dal cerimoniere di corte.
 
Spiagge moderne

Spiagge moderne

1994
olio su tela cm 50x20

Oggi le spiagge sono affollate per lo più da donne tutte uguali, grasse e con costumi alla moda. Sulle sdraio i mariti, che esercitano il Potere, appaiono lontani, la mente presa dai loro aff ari sbrigati per mezzo del telefonino. Per tutte le coppie è la medesima situazione: un conformismo generale.
 
OPERE » UNA STORIA (CONTRO) » GALLERIA 3

GIORGIO DAL CANTO TRA LEGGEREZZA E POESIA
Riccardo Ferrucci

La mostra "Una storia (contro)" di Giorgio Dal Canto dimostra compiutamente, attraverso un vasto ciclo di opere, la grandezza artistica raggiunta dall'artista pontederese che, in oltre quaranta anni di attività, ha saputo creare un affresco tragico ed ironico dell'umanità, divisa in due grande categorie umane : gli uomini bombetta in nero che detengono il potere e gli uomini righe colorati che subiscono l'arroganza del potenti.
Per Dal Canto è naturale schierarsi dalla parte dei deboli, dei semplici, degli uomini che subiscono passivamente l'incedere della storia e che vengono di frequente calpestati nei loro diritti, nelle legittime aspirazioni. La caratteristica e l'originalità della pittura di Dal Canto è quella di saper descrivere i rapporti di forza esistenti ed il procedere sempre di più verso una civiltà fredda e tecnologica, ma raccontando il tutto in modi surreali sempre diversi. La magia della poesia e le mani artigianali della fantasia permettono all'artista toscano di trovare nuovi modelli figurativi per raccontare l'eterno gioco della vita, della storia e del potere. Il suo ultimo ciclo " Burattini" dimostra ancora una volta la rara capacità inventiva di Dal Canto, in grado di realizzare una vasto affresco tragicomico partendo dalla storia universalmente nota di Pinocchio; l'idea dell'artista non è semplicemente quella di raccontare e descrivere le storie del personaggio collodiano, ma di attraversare questi simboli conosciuti con il proprio timbro poetico e stilistico, narrando una nuova tragedia contemporanea che guarda al passato e illumina il presente.
Le immagini della favola contengono già al loro interno una forte critica sociale e l'idea di un meccanismo di potere che annulla le aspirazioni alla libertà e alle scelte individuali: al fondo del percorso poetico si coglie l'idea di un'umanità ridotta in schiavitù e priva di strumenti diretti di conoscenza. La televisione, il computer, il cellulare sono i simboli di una fragile modernità , ma diventano, per l'autore toscano, gli strumenti per manipolare le coscienze e per creare una realtà mediata e soltanto virtuale. I popolari uomini righe sono incapaci di cogliere la realtà del mondo, costretti a vivere, ormai in un civiltà globale e totalmente manipolata, come quella descritta da Orwell nel profetico libro " 1984 ".
Il grande fratello che guida e sorveglia i nostri desideri, gli slanci affettivi, le emozioni ci obbliga a compiere percorsi già segnati e programmati, impedendo di vivere liberamente, ma costringendo tutti gli attori in scena ad inseguire falsi miti e utopie che non portano alla felicità, ma semmai alla tragedia e alla solitudine. Il dipinto dei burattini che finiscono dentro il cassonetto è la storia esemplare della nostra civiltà che distrugge i nostri sentimenti, le naturali aspirazioni dell'uomo. Il tono del racconto è drammatico, autentico, tragico, ma continuamente elevato dai timbri poetici dell'invenzione e della fabulazione che trova nuovi modi originali per esprimere, con fantasia, le ansie del nostro tempo.
In Dal Canto ritroviamo il linguaggio autentico e popolare di un altro grande artista toscano, Giuseppe Viviani , che riusciva ad illuminare, con poesia ed umanità, un mondo affollato di personaggi umili ed emarginati. Gli uomini righe di Dal Canto sono una continuazione ideale delle figure di Viviani, protagonisti di un gioco che non comprendono fino in fondo e nel quale sono costretti a subire le regole scritte e stabilite da altri. La forza di Dal Canto è quella di riuscire a creare una visione tragica e drammatica, ma descritta sempre attraverso le corde dell'ironia e della satira. Per certi versi queste storie ci ricordano per la loro profondità ed armonia i mondi poetici creati da Antonio Possenti e Franz Borghese, artisti che dietro una festa di segni e colori nascondono, comunque, profonde inquietudini ed incertezze.
Ricordava il regista russo Andrej Tarkovskij "Coloro che rimarranno nella storia del cinema come autori sono tutti poeti. A mio avviso esiste una legge: il cinema d'autore è un cinema di poeti. Che cos'è un poeta nel cinema? E' un regista che crea un proprio mondo e non tenta di riprodurre la realtà che lo circonda." Nella pittura vale un'identica legge ed in questo senso possiamo affermare che anche Dal Canto è un autentico poeta che crea un proprio universo, non limitandosi a riprodurre la realtà quotidiana. La dimensione della favola, della rielaborazione artistica è sempre forte, il mondo è diviso in due grandi categorie ( gli uomini righe e bombetta), ma la storia (contro) di Dal Canto pervade ogni momento narrativo: dai recenti burattini al ciclo dei giocatori, dalle memorie locali alle storie intorno alla torre pendente.
L' universo pittorico creato, in decenni di lavoro ed invenzioni, da Giorgio Dal Canto può essere letto come un unico grande affresco dedicato ad un'umanità dolente che perde i valori autentici e resta sempre più prigioniera di sogni ed utopie tradite. Di fronte a continue sollecitazioni poetiche il nostro autore è come un demiurgo che estrae dal suo mazzo di tarocchi sempre nuove visioni ed un gioco combinatorio inesauribile, rendendosi conto che la pittura è forse soltanto la rara capacità di dare voce all'indefinibile, al mistero, ai segreti della vita. Italo Calvino tra i valori fondanti per il nuovo millennio indicava la leggerezza "le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro". Per strade diverse anche Dal Canto in tutta la sua avventura pittorica insegue un sogno di leggerezza e di lievità che gli permetta di superare il grigio e l'opaco dell'età presente. Il suo sguardo è ironico e disilluso, ma il suo affetto e il suo amore vanno verso i semplici uomini righe, perdenti sulla tela, ma portatori di un'idea di umanità e di verità incancellabile . Se viviamo nell'era della televisione e del digitale nessuno può farci dimenticare la forza di un sorriso, un lembo di cielo, un affetto sincero. E' questa la leggerezza della vita e dello stare insieme che l'autore ci invita a non dimenticare, per ritrovare immagini fragili, delicate, raffi nate, ma che riescano a resistere alla logica del potere e alle false lusinghe della civiltà.
Dal Canto è riuscito magicamente a trovare , grazie alla sua coerenza e al suo impegno etico, quel fragile punto di equilibrio tra armonia e colore, tra narrazione e canto che gli ha permesso di costruire un mirabile universo di storie ed illusioni, di luci e colori, che diventa semplicemente e misteriosamente poesia.

maggio 2009
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